Chi Siamo: Cooperativa Edificatrice Patria e Lavoro - Cooperativa di Abitanti di Settimo Milanese

Cooperativa di Abitanti Settimo Milanese
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storia della Cooperativa Edificatrice Patria & Lavoro

Le Origini
Nel 1907, in occasione del VII° congresso dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, svoltasi a Cremona, Luigi Luzzati considerato come il padre della cooperazione italiana, osservò con orgoglio che, a livello cooperativo, “l’Italia aveva ormai colmato i ritardi iniziali e si era attestata alla pari con i maestri sia sul piano teorico sia sul terreno operativo”.
Da poco si era aperta quella fase destinata a passare alla storia come “l’età giolittiana”: una stagione in cui, godendo della favorevole congiuntura politica, il movimento cooperativo conobbe una vera e propria fioritura che proseguì fino allo scoppio del primo conflitto mondiale.
 
Nel comune di Milano le 42 cooperative esistenti nel 1900, dieci anni più tardi divennero 132 e, di queste, ben 55 erano a carattere operaio.
Non si dispongono dati precisi sullo stato della cooperazione in provincia, ma in una sua testimonianza scritta, Gennaro Sacchetti, ex presidente della Cooperativa Patria e Lavoro, ha ricordato una sorta di cooperativa, costituita da operai edili e finalizzata all’acquisto di materiali per la costruzione delle proprie case, era nata a Cascina olona già nei primi anni del 1900.
La fondazione dell’Edificatrice “Cascina Olona”
Nel luglio del 1911, a Roma si aprirono i lavori del XXVII° Congresso delle Cooperative, il congresso che , oltre ad aprirsi in occasione del cinquantesimo anniversario dell’unificazione italiana, cadeva nel venticinquesimo della nascita delle Cooperative, apparve subito straordinario per la folta partecipazione delle delegazioni presenti.
Fu in quel contesto dell’epoca che il medesimo giorno a Milano, presso lo studio dell’avvocato Guasti, situato in via Clerici 2, in pieno centro, avrebbero dovuto presentarsi alcuni cittadini di Settimo Milanese: erano in tutto nove persone che, in rappresentanza di una compagine certamente superiore, intendevano formalizzare la nascita di una piccola società cooperativa. Davanti all’avvocato Guasti, Bianchi Domenico, Bollini Natale, Fusè Angelo, Introini Alberto, Colombo Guglielmo, Colombo Virgilio, Solcia Ettore, Oldani Cesare e Pecora Angelo sottoscrissero l’atto fondativo di una società anonima con denominazione “Cooperativa Edificatrice di Cascina Olona frazione di Settimo Milanese” della durata di cinquant’anni prorogabili. La società “retta dai principi e dalle discipline della mutualità e previdenza” aveva come obiettivo “la costruzione di case da affittarsi o da vendersi a norma e per gli effetti della legge sulle case popolari o economiche” limitamente al territorio del Comune di Settimo Milanese.
 Sospinta dall’entusiasmo dei fondatori abituati al duro lavoro, già l’anno seguente la sua nascita, ultimò la costruzione del primo lotto di case in Via Monterosa, attuale Via Garibaldini, in grado di dare alloggio a venti famiglie e di ospitare in una sede confacente il circolo ricreativo.
Sotto la minaccia fascista
Nel ventennio fascista, la marea squadrista aveva colpito duramente il movimento cooperativo ed in modo particolare quello d’ispirazione socialista. Assalti e distruzione dei circoli cooperativi erano frequenti ricordiamo tra tutti il 30 Aprile del 1923, alcuni componenti del fascio di Cornaredo, fecero irruzione nel Circolo di Cascina Olona, malmenando il socio della Cooperativa Alessandro Borgonovo e l’anziano genitore.
Questi atti intimidatori voluti dalle sezioni dei fasci dei comuni limitrofi, erano indirizzati all’invito di aggiungere al nome originario, anche i termini di “Patria e Lavoro” e di procedere all’acquisto del vessillo nazionale; Atti che sfociarono nel primo passo per l’assorbimento della Cooperativa di Cascina Olona nell’orbita fascista, tanto che in una seduta  consiliare del 21 agosto del 1923 il presidente Felice De Carli comunicò ai presenti l’avvenuta modifica richiesta dalle sezioni dei fasci. Solo il 2 Luglio del 1927, affinchè la Cooperativa potesse continuare ad operare, fu definitivamente approvata la nuova denominazione: Cooperativa Edificatrice con sezione di consumo Patria e Lavoro di Cascine Olona.
Gli anni della Repubblica (1946-1973)
Alla fine della Guerra, gli anni 50-60 conobbero il cosidetto "miracolo economico", nel contesto in cui l'Italia cresceva a ritmi sostenuti, La cooperativa Patria e Lavoro si inseriva positivamente nel suo contesto. La società passò dal 1952 al 1953 un utile da £ 94.186 a £ 348.396, cioè quasi quattro volte superiore. Ma al di là di queste cifre, la Cooperativa si mosse sul mercato con grande decisione, un oculata politica che permise di mantenere bassi i prezzi degli stessi prodotti a tutto vantaggio dei soci, prevalentemente di estrazione operaia. Potenziò attività di carattere ludico e culturale con spettacoli vari e feste danzanti nonchè la visione in pubblico delle trasmissioni televisive.
Erano stati Servizi di carattere sociale come l'assistenza prestata ai soci più anziani e bisognosi e l'invio alle colonie marine dei figli dei soci stessi. Nel 1957 gli alloggi già esistenti furono forniti di acqua potabile, mentre l'anno seguente furono realizzati nuovi appartamenti in via Cavalletti e nel 1959 fu ultimata la costruzione del macello. Nello stesso anno i soci avevano superato le trecento unità con una crescente partecipazione e coinvolgimento delle donne. Gli anni sessanta videro consolidare tutte le attività svolte nel decennio prima, e di implementare le unità abitative di via Libertà 72 (1963) e di via Toti (1965).
All'inizio degli anni settanta i lavori della Cooperativa Edificatrice si concretizzarono con la realizzazione di un intero quartiere in via Bianchi e via Libertà. La ricerca di nuovi sbocchi e nuove alleanze si manifestò sul piano interno con i tentativi di coinvolgere maggiormente le forze giovanili e di divulgare il più possibile, attraverso iniziative pubbliche ed educative, i principi cooperativistici.
Il Centenario (1911-2011)
In conclusione possiamo affermare senza alcun dubbio, che l'albero piantato il 1° luglio 1911 è stato egregiamente accudito lungo il corso di tutto un secolo contribuendo, con i suoi germigli, non solo a riscattare moralmente e materialmente le classi meno agiate, ma ad arricchire sul piano valoriale, col proprio impegno ed il prorio esempio l'intera collettività.
Un cammino lungo un secolo che oggi, in un contesto economico e sociale nuovamente mutato, può ancora fungere da riferimento per coloro che intendono proseguire lungo la strada dell'impegno cooperativo, che ha dimostrato, dove si è radicato e rafforzato, di poter garantire un aumento dello sviluppo e del benessere.


stralci presi dal libro
"UN CAMMINO LUNGO UN SECOLO"
Storia della Cooperativa Patria e Lavoro
1911-2011
di Massimiliano Tenconi
Prodotto dalla Cooperativa Edificatrice Patria e Lavoro - Copyright 2012
P&L
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